resti della cappella della madonna dei miracoli - via delle orsole

Per raggiungere il prossimo tesoro riprendiamo via Del Bollo e proseguiamo dritti in via Santa Maria Fulcorina e poi ancora dritti in via Santa Maria della Porta. Sulla destra ad un certo punto ci imbattiamo nell'omonima chiesa. Questa è forse una delle più riuscite creazioni di Francesco Maria Richini (anche se la sua opera fu terminata da un altro architetto, Francesco Castelli) e uno dei migliori esempi del barocco milanese, con una facciata a due ordini mossa e vivace. La chiesa, che al suo interno ospita alcune opere di notevole interesse come la Comunione di Maria Maddalena di Carlo Simonetta e un Adorazione dei Magi di Camillo Procaccini (conservata in sagrestia), è oggi diventata la chiesa usata dai cattolici di lingua polacca.
Curiosa è la scoperta che deve affrontare chi si appresta a esplorare l'esterno del fianco destro della chiesa in direzione di via delle Orsole. Si tratta dei resti di alcuni brandelli di muro, le basi di alcune lesene e, coperta da delle assi di legno, un affresco della Madonna considerato miracoloso, purtroppo poco visibile.
Questo è quanto resta di quella che a partire dalla metà del Seicento era la cappella ottagonale che ospitava la Madonnina dei Miracoli. La cappella era costituita da quattro nicchie (una, quella addossata alla parete della chiesa è ancora ben visibile), ognuna conteneva la statua di una sibilla (delle statue purtroppo non resta più nessuna traccia). La decorazione era affidata a lesene e marmi policromi. Ma il vero pezzo forte della cappella era ovviamente l'affresco miracoloso che si trovava sopra un altare, protetto da una grata e adornato da una ricca cornice in marmo.
L'affresco attorno al quale era stato costruita l'intera cappella si trovava un tempo (così come oggi) esposto alle intemperie all'esterno della chiesa. Il dipinto, forse un originale quattrocentesco, venne alla luce nel 1651 durante alcuni lavori di restauro. Si racconta che un muratore, a colpi di martello e scalpello, stava togliendo l'intonaco dal muro di un'abitazione. Eccitato perché si era accorto che sotto all'intonaco che stava togliendo stava venendo alla luce un antico affresco sacro, con un movimento impacciato della mano diede un colpo più forte del previsto. Lo scalpello andò a colpire il volto della Madonna che si stava pian piano rivelando. Accortosi del maldestro colpo, con gesto amorevole l'uomo cercò di pulire il volto della Vergine con il suo grembiule, quasi fosse quello di una persona in carne e ossa. Evidentemente il suo movimento dolce e amorevole commosse qualcuno tra le sfere celesti visto che il povero muratore, sciancato da lungo tempo, guarì immediatamente: dal quel momento in poi poté ricominciare a correre e saltare come ormai non poteva fare da anni.
Immediatamente la notizia fece il giro della città e già il mattino dopo una piccola folla era riunita davanti all'affresco appena riscoperto. E ogni giorno la notizia di una nuova guarigione avvenuta per l'intercessione della Madonnina scoperta dal muratore faceva il giro di Milano. E una folla sempre più nutrita di fedeli affollava il vicolo per poter sostare un attimo davanti alla Madonnina e avere il tempo di dire una preghiera.
Colpite da questo incessante afflusso di pellegrini, le autorità ecclesiastiche si mobilitarono per fare in modo che chi volesse sostare davanti al dipinto lo potesse fare in un luogo chiuso, al riparo dalle intemperie e dai rigori dell'inverno. Fu così che venne costruita la cappella di cui ancora oggi possiamo ammirare i resti. E contemporaneamente l'intera chiesa fu completamente riedificata da Francesco Maria Richini.
Un tempo la cappella si raggiungeva sia dall'interno della chiesa di Santa Maria della Porta che da una porticina che si affacciava su un vicoletto detto anch'esso di Santa Maria della Porta che partiva da via delle Orsole e arrivava proprio qui passando dove adesso si trova il timido parchetto alla destra della chiesa.
Fu la tragica notte tra il 12 e 13 agosto 1943 che una bamba sganciata dagli Alleati nel cielo di Milano si abbatté sulla cappella della Madonnina dei Miracoli devastandola completamente. L'affresco miracoloso fu quasi completamente cancellato dalla tremenda esplosione. Fu quella una notte tremenda per la città di Milano. I 504 aerei del Bomber Command inglese nelle due ore di incessante bombardamento fecero piovere sul centro della città più di duemila tonnellate di bombe. Le dirompenti colpirono, oltre a un'incalcolabile numero di abitazioni civili, palazzo Marino, la Questura, la fabbrica dell'Alfa Romeo e uno dei depositi dell'Atm. Quella stessa notte subirono gravissimi danni anche il Castello Sforzesco, il Duomo, la chiesa di San Fedele, l'Accademia di Brera, il Museo Poldi Pezzoli, la Galleria d'Arte Moderna, la Triennale, Palazzo Reale e la chiesa di Santa Maria delle Grazie (il Cenacolo si salvò per miracolo).
Terminata la guerra si cominciò a restaurare l'affresco che tornò a risplendere dei colori che l'artista che per primo lo aveva dipinto aveva immaginato. Peccato però che non si prese mai una decisione riguardo all'intera cappella. Per decenni il dipinto, fresco di restauro, restò esposto alle intemperie e allo smog della città finché, qualche anno fa, qualcuno non decise di coprirlo con delle assi di legno, forse per tentare in qualche modo di preservare quello che ne era rimasto. Quello che appare ancora lontano è la possibilità di un restauro della cappella, rimasta così da quando fu colpita dalla bomba del 1943.